Prospezione Georadar a Milano
Alle volte analizzare i singoli radargrammi per ricavare l’andamento dei sottoservizi in profondità può essere un’attività piuttosto complicata e che talvolta può portare addirittura fuori strada nella fase di interpretazione. Spesso infatti, soprattutto quando ci si trova in presenza di un tubo, di una muratura, o di un corpo generico nel sottosuolo che non segue un andamento rettilineo, ma che all’improvviso subisce dei bruschi cambiamenti di traiettoria, risulta estremamente difficoltoso riuscire a tracciare il reale andamento del target nel sottosuolo basandosi semplicemente sui singoli radargrammi. A questo proposito viene in soccorso del geofisico la Tomografia Georadar. Attraverso questo potentissimo strumento, già menzionato numerose volte anche in altri articoli presenti in questo sito, è possibile incrociare, mediante un apposito algoritmo, i dati provenienti dalle scansioni Georadar longitudinali e trasversali registrati secondo la griglia di acquisizione preimpostata dall’operatore. In questo modo sarà possibile visualizzare il segnale Georadar non più attraverso singole sezioni parallele e ortogonali tra loro, ma attraverso una visualizzazione del segnale direttamente in pianta (vista dall’alto), e organizzata secondo delle apposite slice, che consentono di approfondire la visualizzazione fino alla profondità che si vuole, eseguendo una vera e propria radiografia del sottosuolo.
Nel caso specifico il seguente lavoro è stato eseguito nel Comune di Milano, all’interno di un area abbandonata situata alla periferia ovest della città. Nel caso in esame si è dovuto esaminare un’area di circa 300 metri quadri per vedere se, al di sotto di essa, fossero presenti sottoservizi e/o serbatoi interrati. In questo caso sono state eseguite scansioni longitudinali e trasversali equispaziate di 1,5 metri l’una dall’altra con l’array IDS completo, in grado di eseguire per ciascuna passata 6 scansioni contemporanee e distribuite omogeneamente lungo tutta la superficie occupata dallo strumento. La configurazione così utilizzata ha consentito di avere pertanto una scansione ogni 25 cm circa.
Una volta terminata la fase di acquisizione, e riportati i dati così ottenuti sul pc, per l’elaborazione attraverso il software IDS Gred HD, è stato possibile analizzare i dati attraverso l’analisi tradizionale dei singoli radargrammi, alla ricerca di riflessioni riconducibili alla presenza puntuale di sottoservizi, serbatoi o, in generale, di oggetti sepolti nel sottosuolo, ma allo stesso tempo, grazie all’elevata densità di scansioni ottenute per l’area di indagine, è stato possibile apprezzare la presenza di target nel sottosuolo anche attraverso una dettagliata analisi tomografica.
Per essere sicuri di eseguire il lavoro correttamente, evitando così di tralasciare informazioni preziose riguardo a oggetti che possano essere maggiomente visibili attraverso il metodo classico piuttosto che attraverso il metodo tomografico, in genere la procedura che (almeno per quello che mi riguarda) si utilizza in questi casi è quella di analizzare dapprima i singoli radargrammi, tracciando così il percorso di tutte le riflessioni rinvenute. Subito dopo questa fase, si procede con la visualizzazione dei dati secondo il metodo tomografico attraverso il quale è possibile verificare la bontà del lavoro fatto fino a questo punto col metodo tradizionale, ed eventualmente integrarlo con nuove osservazioni che attraverso la Tomografia Georadar risultano molto più evidenti. A questo proposito, nel caso di questa Prospezione Georadar eseguita a Milano, l’analisi mediante l’algoritmo tomografico è risultato determinante per rilevare correttamente le informazioni relative al percorso di uno dei sottoservizi presenti nel sottosuolo.
Attraverso la sola analisi dei radargrammi longitudinali e trasversali infatti, si notava la presenza di due sottoservizi posti a 90 gradi l’uno rispetto all’altro (quasi a formare una sorta di L) e a una profondità grossomodo compatibile tra loro. Il tutto lascerebbe supporre che si tratti di un unica tubazione che, a un certo punto del suo percorso, esegue una curva di 90 gradi. Se ci fossimo limitati all’analisi dei soli radargrammi, l’attribuzione dei due rami ad un unico tubo sarebbe stata un’interpretazione molto più soggettiva, e molto probabilmente la decisione più prudente in fase di restituzione dei dati su base CAD sarebbe stata quella di trattare le due riflessioni come due corpi distinti, in modo tale da evitare di fornire al cliente interpretazioni errate.
Mediante l’ausilio della Tomografia Georadar invece, è stato possibile ottenere una visione di insieme molto più intuitiva di quella fornita dai singoli radargrammi, consentendo così di ottenere un’interpretazione molto più oggettiva e facilmente intuitiva (anche per i non addetti ai lavori).
La Tomografia Georadar inoltre ha consentito di analizzare il sottosuolo anche da un punto di vista dell’assorbimento del segnale elettromagnetico, permettendo così di isolare delle porzioni di terreno dove il segnale del Georadar si attenua maggiomente. Se si analizza la tomografia qui sotto riportata si vede come al centro sia presente un’area più chiara, posizionata immediatamente a sinistra di un tubo che percorre diagonalmente la parte destra dell’immagine. La parte più chiara indica chiaramente un maggiore assorbimento del segnale elettromagnetico, che potrebbe essere interpretata come la presenza di una perdita di fluidi da parte della suddetta tubazione.